Il verde della mia collina….è un posto quasi incredibile, solitamente i turisti vengono a Quercianella per fare una vacanza al mare e raramente si impegnano in escursioni. Succede che quando organizzo con qualche ospite una camminata, l’effetto UAHU! è garantito, ritornano sempre eccitati e felici di essere stanchi e soddisfatti.
Per prima cosa il profumo dei miei boschi, inebria la mente, è unico, essendo ricchi di lecci e corbezzoli piuttosto che di pino d’aleppo e di piante di ginepro e mirto, inebriano la mente.
I miei percorsi si distinguono per durata, la più corta delle passeggiate è di 1 ora e mezzo fino alle 4 ed oltre. Ogni tragitto è caratterizzato anche per una storia, che mi è successa da piccolina oppure che riguarda qualcuno a me vicino, o racconta qualcosa di carattere storico.
La rete dei sentieri è suddivisa tra quelli che si sviluppano verso il Castellaccio o verso Castiglioncello i due poggi a nord e sud di Quercianella e nel mezzo verso est, c’è la vallata del Chioma, da quì si raggiunge Nibbiaia, Gabbro, la Malavolta e la Quarrata, inserendosi sul “sentiero 00” il tragitto che attraversa l’Italia, parte di questo, era il tragitto di nonno Meleto e nonna Amelia.
I percorsi Quercianellesi sono principalmente 4 denominati Istrice, Riccio, Tartaruga e Chiocciola, tra di loro si incontrano e proseguono anche oltre… è oltre che mi piace di più.
A questi aggiungo i sentieri del Rospo, del Biacco e del Cinghiale, l’ho rinominati io così, perché si sviluppa lungo i botri, che sono ricchi di girini, rane e rospi, oppure attraversa la valle del Gorgo e sale per poi riscendere dal Castellaccio, zona di caccia del cinghiale, solitamente al Gorgo faccio una piccola deviazione fino al Ponte di Marisa, e oltre questo si trovano le pietre dei gabbri, rocce preferite dai biacchi.
Mi piace fare giri ad anello, giri che iniziano verso nord e ritornano da sud, facendo tutta la Rosa dei Venti e viceversa, a meno che non mi perda….si fa per dire … non ritorno mai dalla solita via.
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