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Una pietra preziosa per la Lori

La storia che andrò a raccontare fa parte sempre del mio vissuto, di quando ero piccolina e come sempre andavo con il mio babbo “Ivano” per boschi a “caccia” o meglio, a studiare appostamenti e zone per capanni. Già vedere l’arte con cui lui e lo zio Carlo preparavano il capanno, era meraviglioso, una capannina completamente nascosta dalle frasche con delle feritoie per i fucili ed attorno un giardino potato a siepi su le cui piante posizionavano delle gabbie di merli e tordi da richiamo, era proprio straordinario.

Nei giorni in cui la caccia era chiusa si dedicavano alla manutenzione del capanno, oppure alla ricerca di asparagi e funghi e punte di vitalba per farne una frittata, che io non mangiavo,  era amara come il veleno, o legna per il camino. Era in questi giorni che potevo andare anch’io con loro al capanno ed ecco che una mattina di primavera, mentre io raccoglievo violette e ciclamini, da portare alla mamma babbo disse: “stamani si va a vedere le stelle…” ed iniziammo a camminare.

Hotelfiammetta il botro della fortulla
Ci trovavamo sul versante di Campolecciano che guarda il #Fortullino e prendemmo un sentiero lungo il Botro della Fortulla ed iniziammo a salire lungo questo torrente in direzione Nibbiaia, fu una lunga camminata, che alternai fra lo stare sulle spalle del babbo quando eravamo a cielo aperto e a camminare quando eravamo dentro il bosco. Lui nel frattempo inizio’ a raccontarmi di questo posto dove si stava andando… una #miniera, era un luogo che prima della prima guerra mondiale, era stato molto importante. Fino ai primi del 900 le miniere di #Castiglioncello, erano tre e ricoprivano il 10% dell’estrazione mondiale di magnesite e  in Italia esistevano solo tre luoghi, lì in Sicilia ed in Emilia Romagna,  però poi successe che in America scoprirono dei grossi giacimenti per cui le miniere Italiane piano piano vennero chiuse.
Là c’era una miniera da cui estraevano una pietra che serviva per l’industria della ceramica e bellica o meglio per il rivestimento degli altiforni, la melanoflogite un tipo di magnesite, una pietra beige chiaro, ma la cosa che mi sembrò più buffa in assoluto, fu che questa pietra così chiara così lucente quando veniva riscaldata diventava nera…era incredibile per me…Intanto che il babbo raccontava si camminava, mi rammento che ero stanca morta e dubitai anche di lui, siccome non avevamo incontrato nessuno nel percorso ed era un po’ insolito, gli chiesi se ci fossimo persi…ovviamente non era così.
Arrivammo prima a dei ruderi, case che un tempo erano stati gli uffici, in stato di abbandono e ricoperti in parte dai rampicanti, per me avevano ancora vita per quanto fossero disabitate, trovavo tutto molto affascinante per cui ogni porta o finestra e pietra mi raccontava un po’ di storia. Proseguimmo e lui continuava a parlare, mi disse che poco più in su’, sul poggio detto “Pian dei Lupi”, avevano trovato presenze di reperti archeologici che risalivano all’epoca degli #Etruschi e che la gente del posto diceva, che il padrone  di quel terreno era diventato ricco proprio grazie a questi ritrovamenti, reperti che lui aveva trafugato e venduto agli americani, voce di popolo voce di Dio.

Campolecciano- la miniera di magnesite

ingresso della miniera di Campolecciano,

Ecco che arrivammo alla mèta… un po’ nascosta dalla macchia mediterranea vedemmo l’ingresso della cava, il babbo mi raccontava che il piazzale dove eravamo da poco passati, era chiamato “il saggio”, ovvero eravamo sul luogo dove i geologi sceglievano il materiale estratto. Ci inoltrammo oltre l’ingresso e subito individuai i binari di una piccola ferrovia e poco più in là ancora dei carrelli in ferro tutti arrugginiti, con cui trasportavano il materiale, ancora qualche passo e l’oscurità si fece ancora più forte, ma prontamente il babbo accese una torcia, mi girai verso di lui sorpresa dalla luce di cui disconoscevo l’esistenza, o meglio non sapevo che lui l’aveva in tasca e lui guardandomi mi disse: “Guarda un po’ sopra di te …il cielo, le stelle …sopra di te…”

Hotel Fiammetta Sandra e la Miniera di Campolecciano

Wuahu! Le stelle! tutto sbrillucicava mi sentivo una sorta”Galilea Galilei” che guardava il cielo in una notte nitida. Le pietre variavano di colore dall’argento rosato beige al verde-blu, in preda ad un fremito di gioia, mi misi a scegliere qualche sassolino, dalla forma strana, scagliosa, che peccato però …quel giorno avevo una giacchetta con una sola tasca a destra, scopri dopo nel tempo che avevo raccolto proprio la melanoflagite.

Anche il babbo ne ava raccolto uno…arrivati a casa chiamò la mamma “Lori guarda che regalo ti ho portato….una pietra preziosa….” le disse…e lei fece un bellissimo sorriso ed anch’io ridevo e …pensavo che sciocco che è il mio babbo…Qualche tempo dopo lei chiamò il babbo: “Ivano ..guarda quì com’è bella la tua pietra preziosa”.

Non sapevo che era andata in città e aveva portato la pietra da un orafo, ci fece un ciondolo per una collana bellissimo…. mah! allora era vero… ero stata in una miniera di pietre preziose….non solo, ero io la stupida, non il babbo… lui mi aveva portato dove c’era un tesoro ed io avevo raccolte solo poche pietre! mi consolai dicendomi che tanto prima o poi ci sarei tornata e che siccome non avevamo trovato nessuno nel sentiero forse nessuno lo sapeva, la cosa si faceva interessante….Avevo un tesoro a disposizione!

 

 

 

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